Quanto vorrei una bambola tutta per me!

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Proprio così:quella che stava crescendo nel mio orticello era una bambola

Quando ho iniziato la mia ricerca di libri che parlassero di bambole, il primo a che ho recuperato dalla mia biblioteca è stato decisamente un albo illustrato, di grande formato, scritto da Astrid Lindgren (la mamma di Pippi Calzelunghe per intenderci): MIRABELL, illustrato da Pija Lindenbaum, edito da Mottajunior, 2007 (prima edizione:2002, scritta da Astrid Liengren nel 1949).

Sul livello della scrittura di questa autrice non mi pronuncio: non credo serva sottolineare l’ovvietà. Preferisco piuttosto dirle un grazie, certo per Pippi, ma ci sono tantissimi altri personaggi, in altri suoi libri che ho amato forse anche più. E tra questi c’è Britta.

Britta è una bimbetta modestissima (quando si presenta ci tiene a precisare che il suo nome non c’entra con la storia, pur essendone la protagonista!), alla quale l’illustratrice di questa edizione regala per compagna di giochi, una gallina bianca. Vive con i suoi genitori, che non se la passano bene: il padre è un contadino che vende frutta al mercato per pochi soldi, che la madre fatica a far bastare per ciò che serve loro per vivere. Vivono in una casina isolata, in campagna.

E in tutto questa, Britta desidera tanto, tanto, tantissimo una bambola.

Il suo è un desiderio fortissimo, vorrebbe smettere di provarlo, perché sa che non sarà mai possibile date le condizioni della sua famiglia, ma non ci riesce. Coltiva il suo desiderio nonostante.

E come in un gioco di parole, Britta, si ritrova letteralmente a coltivare il suo desiderio, in un semino regalatole da un signore di passaggio: “un semino giallo che riluceva come oro”.

Nel suo angolo di orticello Britta pianta il seme, lo annaffia, giorno per giorno, sente che deve curarlo il più possibile senza ben saperne il risultato.

Finché, un mattino spunta una cosina rossa, tondeggiante. La cosina pian piano esce dalla terra ed è un capellino, il capellino di una bambola che cresce dalla terra proprio come una piantina!

Britta non può crederci: il suo desiderio si è avverato, ha una sua bambola, con gli occhi azzurri proprio come se li aspettava ancora prima che li aprisse.

Le dà un nome, le prepara un lettino ma presto, col calar del sole, scoprirà che la sua bambola ha già un suo nome. Mirabell, non Margareta! E non solo: parla, mangia, ride e si muove, tranne quando mamma e papà sono nei paraggi: “La mamma pensa che io faccia finta di darle da mangiare, invece Mirabell mangia sul serio. Una volta mi ha anche morso un dito, ma per scherzo, s’intende.”

Alla fine, con la dolcezza che le si addice, Britta invita quanti hanno ascoltato la sua storia ad andarla a trovare, per conoscere la sua splendida e meravigliosa Mirabell, perché le cose belle, si sa, divengono ancor più belle quando si condividono! Soprattutto se dietro hanno una storia da raccontare…

Ho sempre amato questo libro per tanti motivi: parla del desiderio puro bambino, quello intriso di magia (e forse questo post cade giusto, con il Natale alle porte). Ma poi aggiunge l’attesa, che non è passiva del tipo “guardiamo le stelle cadenti”, ma è un far qualcosa per nutrire ancor più questo desiderio: qualcosa di cui forse non si sa bene il senso, ma si intuisce essere importante.

E alla fine, la meraviglia! Come descriverla altrimenti?

Da ultimo adoro l’immagine dei semi di bambola…come può nascere una bambola da un seme? Solo una bambina che la desidera così tanto lo sa!

Una nota sulle illustrazioni: descrittive al dettaglio, come piacciono a me, dai colori acquarellati ma vivaci…potrebbero raccontare la storia anche senza testo, ma certo, non si potevano omettere le parole di Astrid! Raccontano la quotidianità di Britta tra il suo essere così romanticamente bambina (e i risguardi a roselline sembrano raccontare questo) ma, al contempo, vivace, allegra (che negli anni ‘50 significava maschiaccio), che si sporca di terra nel suo orto (così come lo racconta il retro copertina, con le macchie di fango sul vestito a righe rosse e bianche incrociate).

Grazie per aver letto fin qui, se vuoi leggere altri post su libri di bambole puoi guardare qui o qui, o anche qui!

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