Non solo Ribambole!

Lo scorso anno, all’ incirca in questo periodo mi sono buttata in un’avventura straordinaria, e so che chi è appassionato del riuso, del faidate, del recupero di oggetti vecchi ma dalle mille potenzialità mi può capire.

Nonna ci ha lasciati cinque anni fa, la sua grande casa è stata messa in vendita, ma prima di lasciarla ho chiesto il permesso di poter prendere alcune cose. Non parlo di cosine, o meglio anche quelle (come una camicia di nonna che conserva il suo profumo di sugo e orto e che ha trovato posto nel mio cassetto dei ricordi), ma di cose vere e proprie: mobili. Grandi mobili ingombranti, ricchi di storia ma anche di polvere, qualche tarlo, fiocchi di umidità qua e là e carta da parati anni settanta incollata per bene.

“Che meraviglia!” ho detto io!

“Sei fuori!” ha detto mio papà.

Il mio papà che fra quei mobili ci è cresciuto e che quindi mentre li smontavamo mi raccontava di quando erano stati comprati dal nonno, negli anni ’50…i primi acquisti importanti per una nuova casa grande e vuota. Di quando, preso da non so quale pulsione artistica, ha pensato bene di riverniciare le gambe del tavolo di un gradevole colore ad olio marrone scuro, o di che cosa si ricorda conservassero un tempo. Tutto questo li rende unici, ho pensato…ancora più meraviglia!

Tutto ciò poi è coinciso con il trasloco nella nostra nuova casa, dove ho guadagnato uno spazio sottotetto tutto a mia disposizione, una grande stanza in cui la luce filtra da finestre basse con sfumature diverse ogni ora del giorno, fornita del solo nostro ex-tavolo da cucina ikea 90cmx90cm e una poltroncina/sedia da studio. Quella stanza aveva bisogno di qualcosa di speciale, e anche di economico.

Coincidenza perfetta quindi:

mobili con una storia da raccontare

voglia di provare a rimettere in vita qualcosa

necessità di arredare una stanza!

E quindi ve li vengo a presentare: tra quanto c’era ho selezionato una credenza da cucina dal design anni 50 con tanto di vetrinetta e specchiera decorativa, un tavolone da pranzo in legno, e un armadio a tre ante dalle linee sobrie (comprensivo di appunti a matita qua e là del falegname che l’ha costruito). Di seguito vi mostro un po’ di foto.

E veniamo al restyling, ve lo racconto pezzo per pezzo…erano anni che volevo cimentarmi nel recupero di vecchi mobili, non avevo nessuna esperienza, ho letto qualcosa in internet, qualche video su youtube (di cui segnalo questo post di tulimami) e ho approfittato largamente dell’esperienza (e dell’aiuto) del mio papà e delle sue intuizioni pratiche.

LA RiCREDENZA

Sulle foto del prima sono un po’ carente, nel senso che quando ho chiesto di poter avere la credenza, i miei uomini l’hanno dovuta smontare per trasportarla dal secondo piano della casa di nonna e io, mannaggia, mi son persa l’occasione di fare una foto del prima come si deve. Ho foto del mobile spezzettato, che per lo meno rende l’idea delle condizioni di partenza:

La cosa che più mi ha fatto soffrire, anzi ci ha fatto (perché ho chiesto aiuto a chiunque passasse dal garage a vedere che facevo), è stato liberarsi della carta decorativa appiccicata ai ripiani che non saprei dire essere stata originale o frutto di un impeto artistico (sì lo so, ho una famiglia di artisti) di nonna o qualche zia, che ha ben visto di abbellirla. Fatto sta che la colla usata è qualcosa di micidiale, per la formula chimica oscura, o per la vecchiaia, si tratta di una sostanza crostosa impossibile da togliere. Ho provato varie soluzioni, più o meno intuitive (levigatrice, aceto, soda…) finché nel web ho trovato la risposta: la gomma da cancellare!

IMG_20181012_102444Ebbene sì, strofinando la gomma bianca su questo impasto, tutto vien via. Non in poco tempo comunque, anzi. Mentre scrivo, a distanza di un anno, il mio braccio ricorda quel blocco sull’avambraccio e il pulsare la notte per l’intenso strofinamento. Abbiamo fatto fuori una decina di gomme, ma tutto è stato ripulito!

Fatto questo, ovvero il passaggio pulizia, soprattutto delle parti interne, sono passata a levigare le parti esterne, con tutta la polvere, il rumore e la soddisfazione che solo chi ha provato può capire!

Un passaggio di antitarlo, suggerito dal vicino falegname e uno di impregnante, sono stati d’obbligo.

La tentazione poi di lasciare il legno così naturale era forte, personalmente amo il colore del legno in qualsiasi sfumatura. Ma mettere mani fino in fondo a questo mobile, tirarne fuori una nuova personalità era un desiderio creativo troppo grande, quindi ho sfoderato un acquisto fatto di cuore qualche mese prima (senza uno specifico progetto) e mi sono cimentata nella chalkpaint, o pittura gessosa.

Ora, da quel che ho capito, la scuola della riverniciatura dei mobili insegna due principali metodi: il più classico, ovvero cementite e poi vernice per legno, o la chalkpaint: nessun passaggio precedente, se non una pulizia a fondo con panno e aceto. E un passaggio di cera (profumatissima) una volta asciutta. Questa seconda mi sembrava più adatta alle mie capacità! Temevo un po’ l’effetto countrychic, che personalmente non amo, ma devo dire che scegliendo un colore deciso questo rischio viene un po’ meno.

E quindi, ecco la scelta: blu napoleone! Ma lasciando naturali i bordi in faggio originali (su consiglio di papà). E spezzando con interni foderati in carta da parati (di quelle moderne, facili da togliere!)…eccola qui:

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Per essere onesta ammetto di non aver conservato tutti i pezzi: il retro della credenza era “abbellito” da un pannello composto da specchietti che no, non ce l’ho fatta…non amo così tanto il vintage! Però li ho conservati e chissà cosa ne verrà fuori. Altra cosa che ho eliminato era l’antina in vetro trasparente con decorazione a tema nautico smerigliata, anche qui, il vintage non è la mia passione. Perdonatemi!

IL RiTAVOLO

Il tavolo è un bel tavolone da pranzo, in pino. Era il tavolo dei pranzi della famiglia allargata, con gli zii e i cugini, al quale si aggiungeva quello della cucina con quel patchwork di tovaglie meraviglioso. Per il resto dell’anno se ne stava coperto da una tovaglia verde prato, qualche portafoto con parenti a me più e meno conosciuti, una sveglia rossa e un vaso in ceramica (posso dirlo? In stile horror vintage) con tanto di fiori in plastica. Nel cassettino nonna teneva gli occhiali, anche quelli del nonno ormai non più con noi da 30 anni, scatole di bottoni, le bollette tenute assieme da un elastico, il portamonete in pelle nera, penne, matite, qualche foto e santino sparsi, e chissà cos’altro. Il fatto che tutto questo sia ancora qui, a fianco a me mentre scrivo, mi fa sentire bene, non so come altro spiegarlo.

Il piano era al naturale, con tutti i segni del tempo. Le gambe, come accennavo, erano state tinte di un bel marrone lucido (alla domanda del perché non è stata data risposta). Ho quindi levigato il piano, portando via un buono strato di polvere, segni e graffi con l’effetto di alleggerirne la tonalità. Ho poi passato un paio di mani di impregnante e l’ho lasciato così, al naturale.

Per le gambe ho tentato di levigare…ma l’impresa si è rivelata ardua: il colore ad olio ha una buona presa, che resiste nel tempo. Per cui mi sono affidata, ancora una volta, alla prodigiosa pittura gessosa e con due mani, ho schiarito anche le gambe, ora di un bel panna. L’effetto è, effettivamente, abbastanza chabbychic, ma non eccessivo.

IL RiARMADIO

L’armadio ha subito meno passaggi: niente pittura ma ore, ore ed ore ed ore di levigatura. Che sono servite a togliere una tonalità molto scura di vernice per legno, per scoprirne una tonalità di legno naturale bellissima, impossibile pensare di ridipingerla. Un passaggio di antitarlo e una verniciata di impregnante.

Quindi è qui a fianco a me in quello che credo essere un abete chiaro. Ho sostituito le maniglie, oramai irreparabili e nemmeno così belle, con dei pomelli color oro non troppo brillante, che creano quasi un effetto tono su tono. L’armadio che ricordo poco, se non per aver conservato negli anni il vestito da sposa di una zia, bianco e spumoso, di cui ci è stata concessa anche una prova, a me e amia sorella bambine, in una calda estate per gioco.

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CONSIGLI VARI E SPARSI da chi per la prima volta ha recuperato vecchi mobili!

Per la PITTURA: non sono in grado di dare consigli sulle migliori chalkpaint in commercio, io ho utilizzato una marca italiana acquistata in quel folle posto che è Abilmente Vicenza, dove mi hanno spiegato in poche mosse come usarla, quanta me ne serviva e che pennelli utilizzare (che ho acquistato sempre da loro). Ho provato anche una marca che si trova facilmente nei grandi negozi faidate, leggermente più economica e che effettivamente, ha richiesto più stesure per l’effetto che cercavo.

Se volete appassionarvi, esiste una guru della chalkpaint: si chiama Anne Sloan, fonte di ispirazione inesauribile per chi si appassiona al restyling di mobili.

La carta adesiva che ho utilizzato per rivestire i mobili l’ho acquistata da questo sito. Nella sezione offerte esistono “scampoli” (si può dire anche per la carta?) dalle misure già date e, a parte quelli che ho sfruttato per i mobili, ho fatto scorta di pezzi e pezzetti meravigliosi che forse un giorno avranno uno scopo.

Nel cercare la carta ho dato un’occhiata anche a questo sito, bellissimo, la carta è di qualità elevatissima (l’ho potuto sperimentare grazie a dei campioni che possono essere acquistati ad un prezzo ragionevole, più o meno in formato A4). Tuttavia, è pura carta da parati, quindi non adesiva: richiede l’acquisto anche della colla e anche, immagino, una certa manualità e io, con i miei mobili pieni di angolini e ritagli non ero sicura di volerci provare. Da ultimo, il costo superava il mio budget.

Cose come antitarlo, impregnante, levigatrice, carta abrasiva sono state affidate al marito che non vede l’ora di avere occasione di frequentare quegli interessantissimi posti che sono i negozi del faidate. La cosa lo ha talmente appassionato che nel mezzo dei lavori abbiamo sostituito la levigatrice in prestito da un amico, con una nuova, ora impegnata con le imposte della nuova casa (la scusa era ottima!).

Ecco quindi la mia esperienza: non solo bambole quindi…tutto può avere una seconda chance! E soprattutto è una cosa alla portata di tutti…provateci! La soddisfazione è immensa!

 

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