“Allora la bambola fa come tutte le bambole quando nessuno le vede: muove le braccia e le gambe…”
Avete mai notato che in più di un libro sulle bambole, succede che queste si perdano? A quanto pare è una condizione indispensabile se non ottima: solo così possono vivere splendide avventure, fuori dall’abbraccio stretto della loro padroncina. Alcune viaggiano, altre fanno incontri, c’è quella che si perde per sempre e quella che ritorna. Comunque sia, quello che vogliono fare una volta perse, è poter tornare al più presto a quell’abbraccio: una bambola non conosce la libertà, esiste in quanto adottata.
Una delle leggende più belle, a parer mio sulle bambole, è che quando non sono viste, un po’ come tutti i giocattoli forse, prendano vita.
Ho trovato la storia di Lili in questo albo illustrato (ovvero un libro composto di pagine interamente illustrate con un testo breve dove le une non avrebbero senso senza il secondo e viceversa):
Marie-Hélène Delval, UNA BAMBOLINA PICCOLA PICCOLA, illustrazioni di Simona Mulazzani, tradotto da Maura Nalini, Fabbri Editori, 2011 (prima edizione:2008)di formato quadrato (misura circa 20cmx 20cm).
L’edizione che ho recuperato viene dalla biblioteca ed essendo un libro del 2011 si nota bene quanto sia stato letto: pagine sgualcite, qualche strappo, anche dei segni di matita, tutta vita vissuta che adoro ritrovare nei libri delle biblioteche.
Non conoscevo questa autrice, l’ho scoperta con questo libro. Conosco invece molto bene l’illustratrice, non di persona ovviamente, conosco i suoi lavori che sono moltissimi, (tra i quali menziono solamente “Il grande libro dei pisolini” , scritto da Zoboli e edito da Topipittori, che in casa si legge sempre volentieri).
Le sue sono illustrazioni probabilmente realizzate ad acrilico, a piena pagina, con colori densi e smorzati da sfumature e tonalità ombrose.
Ma veniamo alla storia, che parla di Lili, (il nome lo scopriamo solo alla fine, quando la bambina la ritrova, perché la ritrova, state tranquilli!). Lili è una bambolina che così come disegnata, sembra di pezza, con sei codine, occhietti a spillo e niente naso. Ha un vestito a pois blu su fondo rosa abbinato a delle calzamaglie a righe giallo-blu con scarpette rosse: non c’è che dire, sa come vestirsi!
Ma soprattutto è una “ bambolina piccola piccola” tanto da stare nella tasca di una bambina.
E come avrete capito, da questa tasca cade, mentre la bambina salta con la corda.
Rimasta sola, immobile, aspetta la notte. Il parco si svuota ed inizia a piovere per cui, l’autrice ci dice che è quello che accade di solito, la bambolina prende vita e tenta di costruirsi un lettino al riparo, aspettando il giorno seguente.
Nel farlo recupera piccole cose: un fiammifero, una carta di caramella, alcune foglie secche, qualche piuma, un guanto giallo bucato…ce la mette tutta, ma deve ammetterlo:
“Per una notte andrà bene. Ma non è comodo come un vero lettino da bambola nella casa di una vera bambina.”
La pioggia è continua: ce lo dicono le illustrazioni che mostrano la bambolina all’opera, in cerca di oggetti che le possano essere utili, probabilmente è anche freddo dato che la bambina portava una giacca a vento.
Comunque sia, finalmente arriva il giorno, e la bambolina è pronta a farsi ritrovare esattamente dov’era caduta, ed è proprio lì che la bambina la ritrova sospirando: “…hai passato tutta la notte sul vialetto!”. Al ché la bambolina ride pianissimo: la bambina non si immagina quanto si sia data da fare tutta la notte per cercarsi un riparo!
Ora, piccola parentesi: sul retro di copertina di questo libro l’editore ha voluto presentare questa storia come una “storia per parlare di paura”…non sono molto d’accordo, oltre che essere sempre diffidente quando un libro mi si presenta per “parlare di”, a mio parere parla di avventura, di mistero…forse Lili avrà anche paura, ma sembra che la sua preoccupazione sia più farsi ritrovare come è stata lasciata il giorno seguente, che passare la notte al parco!
Quello che mi piace di questa storia è il fatto che una bambola prende vita quando nessuno la vede e questo mi fa sognare…ve le immaginate le bambole che parlano tra sé, se sono più d’una, quando voi (se ne avete) o la vostra bambina dormite? Ve le immaginate quando andate in vacanza e rimangono sole in casa? E ve la immaginate una bambina che crede fermamente che questo possa accadere? Ecco, quasi quasi vorrei essere lei…che meraviglia credere nella propria immaginazione!
p.s. Questo è il secondo post del mio blog che parla di libri che hanno per protagoniste delle bambole, se vuoi leggere il primo, guarda qui